Nel 2004 il Parlamento italiano ha consacrato il
10 febbraio quale “Giorno del Ricordo”, al fine di conservare e rinnovare la
memoria di tutte le vittime delle foibe e della tragedia degli esuli italiani.
Da sette anni, ormai, questa giornata è dedicata alla memoria delle migliaia di
italiani dell’Istria, del Quarnaro e della Dalmazia che, al termine del secondo
conflitto mondiale, subirono indicibili violenze da parte delle truppe di Tito
e trovarono una morte atroce nelle foibe del Carso, colpevoli soltanto di
essere Italiani. Famiglie intere lasciarono le loro case
conoscendo il dramma dello sradicamento e dell’esilio. Alcune decine di
migliaia furono i nostri connazionali morti e oltre 350 mila gli esuli. I primi
perirono vittime dell’odio etnico, gli altri, dopo secoli nei quali la presenza
italiana aveva contribuito a forgiare la cultura e il volto della sponda
orientale dell’Adriatico, furono costretti a lasciare la loro terra, la terra
dei loro padri, per andare incontro a un destino ignoto in una madre patria che
non sempre ha compreso appieno la loro sofferenza. Dopo anni di colpevole silenzio, anche grazie
alla celebrazione del “Giorno del ricordo”, questo oblio è stato cancellato e
la conoscenza e la coscienza di quegli anni tragici sono divenute patrimonio
comune e condiviso. E' fondamentale che sulla memoria delle vittime delle foibe
si sopisca ogni scontro e divisione all’interno del Paese, affinché la
condivisione di una tragedia comune divenga un ulteriore fattore di unità
del popolo italiano. E’ mia convinzione, infatti, che la costruzione di un’identità collettiva
forte, presupposto per il rafforzamento della coesione nazionale e di un
consapevole senso di appartenenza, debba passare necessariamente anche attraverso
il ricordo di questo martirio. Senza memoria non c’è verità e senza verità non
può esserci riconciliazione. Serve, pertanto, da parte delle istituzioni, una memoria sempre viva per
contrastare ogni tentazione negazionista ed evitare il ripetersi di tali
tragedie in altre forme e in altri luoghi.